Per chi non lo sapesse ancora, io sono Beatrice, la tirocinante assegnata alla professoressa Milani.
È tanto che non scrivo perché la professoressa ormai è diventata esperta e non ha più bisogno di aiuto. Ma volevo salutarvi e augurarvi buone feste, e colgo l’occasione per scrivere qualcheosservazione per i tirocinanti come me.
Prima di tutto, vorrei dire che è una fortuna avere la possibilità di assistere alle lezioni di più di un professore, perché ti permette di vedere come una stessa classe, una normalissima classe, non una classe difficile, si trasforma completamente a seconda di chi ha davanti. Dovreste vedere: è incredibile. Se non lo vedessi con i miei occhi non ci crederei.
Entra un certo insegnante e vanno tutti a posto, stanno zitti e attenti, o quasi, aprono il libro, scrivono. Entra un altro e scoppia il finimondo.
Per esempio, durante le lezioni della professoressa Martini, poveretta: la stessa alunna che normalmente se ne sta al suo posto si alza, va alla finestra, prende un pettine dall’astuccio e si pettina, specchiandosi al vetro. Un’altra tira fuori l’ipod e si mette le cuffiette; uno prende la sedia, la porta al quarto banco, si accomoda davanti ad un compagno, tira fuori le carte e si mette a giocare, dando tranquillamente le spalle all’insegnante in cattedra. La professoressa si mette ad urlare, con l’aria disgustata e arrabbiata di chi odia gli alunni, continuando a minacciare di interrogarli, di mettere note sul registro, di dare compiti supplementari, di mettere brutti voti. E chiede, anche, perché non l’ascoltano. Il tutto fra il perfetto disinteresse generale. Io l’ho osservata, cercando di capire da cosa nasce tutto questo insuccesso. Poverina, mi fa pena. Si vede che vorrebbe che l’ascoltassero e - lei per prima- si stupisce degli esiti fallimentari dei suoi goffi tentativi di richiamare la loro attenzione.
La lezione continua – se di lezione si può parlare – senza che niente di quello che esce dalla bocca della professoressa arrivi alle orecchie dei ragazzi, se non in modo confuso, indistinto, esostanzialmente inutile. E mentre una delle alunne urla “basta!!!” con tutta la forza dei polmoni, apre la porta e si affaccia la professoressa Milani: all’istante, tutti si bloccano per un attimo nella posizione che avevano in quel momento, come pompeiani sorpresi dall’eruzione del Vesuvio, e poi, subito dopo, si rianimano e tornano in fretta al loro posto. La professoressa Milani li guarda soltanto, con uno sguardo particolare. Vorrei imparare a fare quello sguardo.
Ho capito una cosa: ci sono insegnanti che proprio non ci sanno fare. Non vorrò mai essere come quella professoressa incapace di tenere la classe. Dev’essere terribile.
BEATRICE.